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mercoledì, settembre 10, 2003

Ed ora qualcosa sui personaggi del dialogo.
Il narratore, come s'è detto, è Apollodoro, un discepolo di Socrate, ricordato anche nell'«Apologia» (34 a) e soprattutto nel «Fedone» (59 a-b): quando Socrate comincia a bere la cicuta non riesce a trattenere il pianto.
I convitati presenti sono: Fedro, Pausania, Erissimaco, Aristofane, Agatone, Socrate. Sono disposti da sinistra a destra nell'ordine indicato. E' l'ordine in cui devono susseguirsi i discorsi. Evidentemente la successione è determinata - con criterio crescente - in relazione al livello d'importanza dei personaggi; e quindi non a caso si chiude con Agatone, padrone di casa e festeggiato, e, infine, con Socrate, la personalità certamente di maggiore rilevanza.
Apollodoro dice di aver saputo da Aristodemo ciò ch'è avvenuto nel simposio. Aristodemo, dunque, era presente al banchetto: su invito da Socrate. Non è citato da Platone in altri dialoghi, ma ne parla Senofonte, nei «Memorabili» (I,4) come di un interlocutore di Socrate.
Alla fine del banchetto irrompe Alcibiade, ex discepolo di Socrate e uomo politico di Atene. Anch'egli dunque partecipa al simposio con un suo discorso un po' particolare.
Dettagli sui vari personaggi saranno dati in seguito. Ma forse conviene ricordare che il dialogo è strutturato in tre parti: nella prima si collocano i discorsi in cui non è stato posto ancora il nesso tra amore e conoscenza, la seconda è quella in cui questo nesso viene "teorizzato", e la terza è quella in cui Socrate di fatto viene indicato come il personaggio che incarna questo nesso.

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