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sabato, dicembre 13, 2003

Flessuosità e colore. 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

L'amore va e viene. E tutto accade quando meno te l'aspetti.
Entra ed esce dissimulandosi. E penetra in tutte le fibre dell'uomo.
Ecco: un carattere specifico della sua delicatezza - dice Agatone - è la fluidità, la flessuosità. Se fosse rigido, non potrebbe insinuarsi dappertutto; non potrebbe passare, entrare nelle anime, senza farsi notare.
Per questo suo carattere, esso ha una particolare bellezza.
La bellezza è connaturata a Eros. Tutto, in un vero rapporto d'amore, è bello.
Per Agatone, espressione della figura fluida, flessuosa, di Eros è la sua leggiadria (euschemosyne). Tutti concordano su questa sua bellezza fatta di nobile, signorile dignità. Del resto sarebbe inconcepibile il contrario. «C’è sempre reciproca guerra tra amore e bruttezza». Impossibile che amore sia indecoroso, deforme. Eros sfugge l’indecorosità, la deformità.
E l'amore vive. E non può certo penetrare in anime morte.
L'amore vive solo in anime vive. Vive in corpi vivi.
Per dirla con linguaggio di Agatone: l'amore alligna solo in anime "fresche", piene di "colore"; e si trova a suo agio solo in corpi fiorenti, vitali.
Eros - dice dunque Agatone - ha un suo colore. Ama il colore.
S’è detto che cammina sul morbido. Ebbene, con c’è niente di più soffice di un tappeto di fiori.
Esso «si posa sui fiori». «Eros non si posa — non può posarsi — su ciò che non ha fiore o che è già sfiorito». Sia anima, o corpo, o qualsivoglia altra cosa su cui Eros si fermi o passi, deve avere la vita, la freschezza, il colore del fiore. Solo «dove ci sia un luogo fiorito e odoroso, egli si posa e rimane».

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