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venerdì, novembre 14, 2003

Il legittimo tribunale e il mandante morale. 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Léon Robin, il famoso storico della filosofia antica, giustamente segnala che Aristofane, con la sua descrizione di Socrate, ha sollecitato in Atene il sentimento della vendetta popolare. Insomma, è stato una sorta di mandante morale dell’uccisione di Socrate, sia pure decretata con una condanna espressa da un legittimo tribunale.
Del resto lo stesso Platone fa ricadere su Aristofane la responsabilità dell’innesco del processo di criminalizzazione del suo maestro culminato col processo penale.
Nell’«Apologia», proprio all’inizio (18 c-d), Platone mostra Socrate che, nel giudizio, si difende da accuse e da accusatori. Quelli ch’egli teme davvero sono gli accusatori non «politici», ossia quelli che svolgono, in qualunque modalità, un’azione formativa. Questi — dichiara— hanno detto su di me vere e proprie menzogne: «che c’è un tale Socrate, uomo sapiente, che specula su le cose celesti, che investiga i segreti del sottoterra», e soprattutto «che le ragioni più deboli fa apparire più forti». Altro che Meleto! Questi accusatori sono certamente più terribili!
Socrate — e Platone che scrive il dialogo — si riferisce proprio ad Aristofane.
Ma su questo ci soffermeremo la prossima volta.

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