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domenica, ottobre 12, 2003

L'amore per i ragazzi 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Pausania ha posto la questione discriminante: se si è attratti soltanto o principalmente dai corpi, non si tratta di amore celeste.
Egli è convinto che è questa, tendenzialmente, la caratteristica dell'amore eterosessuale. La sua è un'ottica maschile. Ebbene, l'uomo è attratto dalla donna anzitutto, e talvolta esclusivamente, per l'attrazione del corpo femminile, per la soddisfazione dei sensi ch'egli s’aspetta trarne.
Non così nell'amore omosessuale tra maschi. Che nella Grecia antica, come si è accennato, era non solo praticato ma anche socialmente riconosciuto. E in generale era l'amore tra un uomo maturo, l'amante, per un giovanetto, l'amato.
Dunque, Pausania è convinto che nell'«amore per i ragazzi» prevale l'Eros celeste.
Dice testualmente: «Invece, l'altro Eros si accompagna ad Afrodite celeste, la quale, in primo luogo, non partecipa della natura della femmina, ma solamente di quella del maschio e questo è l'amore per i ragazzi -, e poi è più antica, e del tutto priva di sfrenatezza. Per tale motivo, coloro che sono ispirati da questo Eros si rivolgono al maschio, amando ciò che per natura è più forte e più intelligente».
Si noti: «Amando ciò che per natura è più forte e più intelligente». Che vorrà dire, Pausania?

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