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martedì, maggio 11, 2004

Onore a Eros! 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it


Ormai il discorso della donna di Mantinea sta giungendo alla fine.
Colui che guarda la bellezza assoluta nel solo modo in cui essa è visibile, ovvero facendo ricorso alla sola intelligenza - dice Diotima a conclusione -, è il solo capace di esprimere la virtù nella sua vita concreta. Egli «partorirà non già pure immagini di virtù dal momento che non si accosta ad una pura immagine di bello ma partorirà virtù vere, dal momento che si accosta al Bello vero». E, naturalmente, «generando e coltivando virtù vera, sarà caro agli dèi» (theophilés). Anzi, sarà immortale» (athánatos).
E con questo anche Socrate chiude il suo discorso. Ai simposianti Socrate dice non solo che le cose ascoltate dalla sacerdotessa l'avevano colpito, ma che ne era rimasto così convinto che gli pareva doveroso convincere anche gli altri che, per raggiungere questa pienezza d'umanità, bisogna fidarsi di Eros, affidarsi a lui, alla sua forza e alla sua potenza (tèn dýnamin kaì andreían toû Érotos). Eros è il collaboratore (synergòn) migliore della natura umana (tê anthropeía physei). Per questo, bisogna onorare le cose d'amore e onorare lo stesso Eros. Tutti dovrebbero farlo, per raggiungere virtù e felicità.

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