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martedì, luglio 20, 2004

Ritirarsi, sì. Ma a testa alta. 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Stesso coraggio Socrate manifestò in altra occasione.
L'esercito ateniese, sconfitto dai Tebani, si ritirava in fuga da Delio. Alcibiade e Socrate si trovarono vicini. Alcibiade a cavallo, Socrate a piedi. Tutti i soldati avevano rotto le righe. Scappavano disordinatamente.
Socrate, pur appesantito da armi pesanti, procedeva con ordine, insieme con Lachete. Alcibiade si affrettò ad esortarli a farsi coraggio: lui - disse loro - non li avrebbe abbandonati. Ma Socrate aveva una forza d'animo ...
Sicuramente era superiore a Lachete per presenza di spirito. E camminava con orgoglioso cipiglio: a testa alta e guardando di sbieco amici e nemici. Voleva che tutti, anche da lontano, capissero che, se qualcuno lo avesse attaccato, egli era pronto a difendersi con tempestività e vigore.
Insomma faceva la "ritirata", insieme al suo compagno, esibendo sicurezza. Meritando così il rispetto e l'ammirazione di tutti. «Infatti, chi si comporta in questa maniera i nemici non lo toccano neppure!»
I nemici - si sa - inseguono e attaccano chi fugge scriteriatamente.

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