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martedì, novembre 04, 2003

Eros e musica 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it


L'armonizzazione dei contrari - come si diceva - per Erissimaco è principio non solo della medicina (iatriké téchne) ma pure di altre arti. Esso governa anche, per esempio, la ginnastica e l'agricoltura.
Ma dove domina appieno è nella musica! In fondo - dice Erissimaco - ha ragione Eraclito: «l'Uno in sé discorde, con sé medesimo s'accorda, come l'armonia dell'arco e della lira».
Certo, sembra davvero strana la tesi che «l'armonia sia discorde». Ma a ripensarci - dice Erissimaco - non può essere che così: l'armonia nasce da cose che prima erano "discordi" - nel caso della musica: l'acuto e il grave - e poi vengono rese "concordi" dall'arte musicale.
La musica (mousiké téchne) è l'arte dell'armonia. Ora «l'armonia è consonanza» (harmonía symphonía estín); e «la consonanza è un consenso» (symphonía dè homología tis). Il consenso è possibile solo tra cose discordanti (homología dè ek diapheroménon), come appunto l'acuto e il grave. Ma - attenzione! - l'armonia nasce «non da cose discordanti, fino a che rimangono discordanti», né da cose irriducibilmente discordanti.
Per altro verso la musica è l'arte del ritmo (rhythmós). Anche sotto questo aspetto si tratta di armonizzare i contrari; dunque «il ritmo nasce dal veloce e dal lento, prima discordanti e poi accordatisi».

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