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mercoledì, ottobre 15, 2003

Eros e i regimi politici. 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Pausania fa un interessante riferimento alle leggi che riguardano l'amore per i ragazzi (ho perì érota nómos). Ce ne sono? Certo! In molti paesi.
«Nell'Elide e nella Beozia, dove gli uomini non sono abili a parlare, è stabilito come legge semplicemente che concedere i propri favori agli amanti è cosa bella».
«Invece, nella Ionia e in altre parti dove si vive sotto la dominazione dei barbari, si è stabilito come legge che questa è una cosa brutta». Ma si tratta di barbari governati da regimi tirannici! Non a caso dunque, insieme all'amore per i giovanetti, son considerate cose brutte anche l'amore della sapienza e l'amore della della ginnastica (he philosophìa kaì he philogymnastía). Infatti - nota Pausania - «non è di giovamento a quelli che comandano, io credo, che nei sudditi sorgano grandi pensieri (phronémata megála), né forti amicizie (philías ischyràs) e vite in comune (koinonías), cose che, più di ogni altra, soprattutto l'amore (éros) produce».
Che l'amore sia capace di distruggere le tirannie - ricorda Pausania - lo dimostano il caso di Aristogitone e Armodio.
Val la pena di ricordare che, nel racconto di Tucidide, Aristogitone amava Armodio, ma questi era insidiato da Ipparco fratello del tiranno Ippia; sicché i due amanti attuarono un attentato che, al costo della loro stessa morte, accelerò la caduta dei Pisistrati.
E dunque Pausania passa induttivamente alla formulazione di un principio: «laddove fu stabilito che è cosa brutta compiacere agli amanti, ciò fu a causa della bassezza di quelli che lo stabilirono e a causa sia della prepotenza di quelli che avevano il dominio e sia della viltà dei sudditi; invece, dove fu stabilito semplicemente che è bello compiacere agli amanti, fu per l'ignavia di coloro che lo stabilirono».

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