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giovedì, dicembre 25, 2003

«Allotriótes» e «oikeiótes». 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Dunque: «Eros ci libera dall’allotriótes e ci riempie di oikeiótes».
Si tratta di rapporti umani. Con questa coppia di concetti opposti Agatone vuol sottolineare come e quanto Eros trasformi l’individuo nel suo rapportarsi all’altro e/o agli altri.
Sono concetti pregnanti, ricchi di significati. L’opposizione è tra «estraneità» e «familiarità».
Dunque Agatone vuol dire che quando i rapporti interpersonali sono guidati da Eros …
L’altro non è “straniero”, in lui non si vede un nemico, non si coglie alcuna ostilità; e viceversa; qualsiasi sentimento di avversità scompare perché quel che s’impone alla nostra reciproca attenzione non è ciò che ci rende differenti, non è ciò che ci divide; niente ci appare sconveniente; nel concreto rapporto tra persone, nessuno si sente fuori luogo, nessuno ha l’impressione di parlare a sproposito o di agire in modo inopportuno; e laddove nascessero tensioni, prende subito il sopravvento lo spirito di conciliazione.
Con gli altri, insomma, ognuno si sente come a casa propria, al posto giusto; trionfano i motivi di affinità; ciò che accomuna svuota d’ogni valore le differenze e toglie alimento alle divisioni; nasce spontaneo lo spirito d’adattamento e ognuno avverte una dimestichezza di rapporti che spinge fino all’intimità; nasce un’immediata propensione all’ascolto; e il sentimento di familiarità favorisce la franchezza: la spontaneità del parlare e dell’agire; ed anche la condivisione; ci si ritrova senza sforzo in una condizione di affettuosa “convivenza”; si vive anzi l’orgoglio di una co-appartenenza.
E' per questo che - dice Agatone - Eros sta a principio e fondamento (titheís), di ogni riunione, o convegno, insomma di ogni occasione d'incontro (synodos) in cui la gente si ritrova (syniénai), vuole ritrovarsi, per scambiare pensieri, affetti, reciproca comprensione.
Buon Natale!

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