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domenica, febbraio 08, 2004

L'«astuto» Eros 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Diotima, estendendo all’«amore» il discorso fatto per la «creazione», intende spiegare che, sì, amore è proprio di tutti gli uomini, ma, quando si dice che alcuni amano e altri no, in effetti si parla di amore in “altro” modo. Si rende nome proprio un nome comune! Si usa il nome «amore» come proprio di una forma specifica di amore. Un’operazione normale. Non c'è da stupirsi, dunque.
E in fondo, a ben vedere, non si tratta d’altro che di una sineddoche. «Noi, separando una particolare forma di amore, le attribuiamo il nome dell'intero e la chiamiamo appunto amore, mentre per le altre forme di amore usiamo altri nomi».
Amore – lo si è detto – è ogni desiderio per le cose buone e ogni desiderio di essere felice. Questo «amore» è proprio di tutti. In ciascuno pertanto agisce «il grandissimo e astuto Eros» (ho mégistós te kaì doleròs Éros)!
Ma ci sono diverse forme di desiderare le cose belle; e molti modi di realizzare la propria felicità. Alcuni ci tentano mediante il guadagno, altri mediante la pratica della ginnastica, altri attraverso la filosofia. Ma appunto di tutti questi non si dice che «amano», né si dice che sono «amanti». E invece si riservano questi nomi «a coloro che mirano a quel fine impegnandosi secondo un'unica forma di amore». E solo questi «prendono il nome dell'intero». Per cui di questi soltanto si dice che «amano», che sono «amanti», che vivono l’«amore».

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