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sabato, novembre 15, 2003

Ma quel mandante è ... un'ombra! 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Dice testualmente Socrate.
«Codesti, o cittadini di Atene, che hanno sparsa per il mondo tale fama di me, sono gli accusatori di cui io temo maggiormente; perché — udendo costoro — la gente reputa che chi si occupa di tali speculazioni non riconosca nemmeno gli dèi.
E poi questi accusatori sono parecchi, e già da gran tempo mi hanno accusato. E, quel ch'è peggio, hanno sparlato di me quando voi eravate in quella età in cui si è più facilmente disposti a prestar fede alle calunnie.
Così, insomma, mi accusarono in contumacia senza che nessuno mi difendesse.
Tuttavia, la cosa più straordinaria di tutte è che neanche i nomi si posson sapere e dire di costoro, se non forse di un commediografo.
Ma gli altri, sia quelli che per invidia o per smania di calunnie cercarono mettervi su contro di me, sia quelli che volevano persuadere gli altri perché persuasi in buona fede essi stessi, costoro, tutti quanti, non c'è modo assolutamente di rintracciarli.
E non è possibile farne venir qui alcuno, né convincere alcuno di menzogna; e realmente, per difendermi, non posso far altro che combattere, per dir così, con delle ombre, e convincere di menzogna chi non risponde.
[…] Comunque ... vada come a dio piace; ché alla legge bisogna obbedire; e difendersi.»
[«Apologia», 18 c-d]

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