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giovedì, agosto 05, 2004

No, Alcibiade non l'avrà vinta! 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Socrate quindi si rivolge ad Agatone. Alcibiade - dice - non deve averla vinta. Dunque stai attento! Che nessuno metta discordia fra te e me!
Agatone replica che ormai sono chiari anche a lui i motivi dell'atteggiamento di Alcibiade: «separarci l'uno dall'altro» (hina chorìs hemâs dialábe). Non è un caso ? rileva - che egli si è sdraiato proprio fra loro due (hos kateklíne en méso emoû te kaì soû). Ma «non l'avrà vinta»! E perché lo capisca bene, «ora vengo a sdraiarmi vicino a te».
Agatone sta per disporsi alla destra di Socrate. Ma Alcibiade si risente. Data la nuova diposizione, infatti, Socrate ora dovrebbe fare l'elogio di Agatone, e questo, ad Alcibiade, proprio non va giù. Ma Socrate quell'elogio del suo nuovo pupillo lo vuole proprio fare, e Agatone quell'elogio vuol proprio riceverlo!
Alcibiade protesta: «Ecco, siamo alle solite. Quando c'è Socrate (Sokrátous paróntos), non è possibile a nessuno (adýnaton állo) godere dei giovani belli! (tôn kalôn metalabeîn)».
Ma Agatone è determinato. E dunque si alza per andare a sdraiarsi accanto a Socrate.
E tuttavia ... l'elogio ugualmente non ci sarà.

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