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mercoledì, dicembre 03, 2003

No, tu no! 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

L’idea di una vendetta trasversale potrebbe sembrare ardita. Ma a ben vedere …
Anzitutto Platone rappresenta il rumoroso ingresso di Alcibiade al banchetto proprio mentre Aristofane sta per protestare contro Socrate in merito al suo discorso. E’ un caso? No, Platone, in tal modo, gli chiude la bocca. Anzi, con quell’irruzione egli distoglie attenzione dall’unico contraddittore di Socrate per lasciare la parola, invece, al più acceso estimatore.
E poi, come non vedere Aristofane tra coloro che Alcibiade biasima per il fatto che non riescono a capire i “discorsi” di Socrate? Solo uno stupido vede in quei discorsi delle stupidaggini; solo gl’ignoranti si fermano alla superficie, e prendono per cose ridicole i riferimenti esemplificativi ai fabbri, ai conciapelli, agli asini da soma.
E infine. E’ vero: nell’elogio che Alcibiade fa di Socrate non compare mai un riferimento polemico ad Aristofane. Ma … c’è un piccolo indizio che Platone offre per far capire ch’egli sta proprio schierando Alcibiade contro il commediografo. Alcibiade, descrivendo il comportamento dell’ex maestro, cita proprio un verso delle «Nuvole» — caratterizzato da un’irridente satira — stravolgendone il senso, ossia dandone un’interpretazione molto seria: Socrate assumeva atteggiamenti tali che anche i nemici dovevano rispettarlo. Platone è un grande artista. E questa “trovata” è un’invenzione davvero straordinariamente raffinata per esprimere il disprezzo da lui nutrito per l’operazione diffamatoria compiuta da Aristofane.

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