<$BlogRSDUrl$>

mercoledì, febbraio 18, 2004

Del desiderio d'immortalità 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Eros è amore del Bene. Il bene è «generare».
Ma perché il generare è … «bene»?
Si è detto di bene e bello. E si è detto che il generare è possibile solo nel bello.
Il bello - ricorda la sacerdotessa - conferisce carattere “divino” del generare. Esso è quanto c’è di “eterno” nel partorire.
Carattere “divino” del generare? Aspetto “eterno” nel partorire?
Che vuol dire?
Si pensi: il generare è una forma del rinascere. Esso rappresenta il «rinascere» del generante. Dunque, il generare è l’aspetto del «sempre nascente» (aeigenés) proprio di un essere mortale, e il carattere immortale (athánatos) di un essere destinato alla morte. Il generare assimila agli dei.
Nel desiderio di generare, pertanto, l’uomo mette un argine alla morte, porta a compimento il desiderio del suo perpetuo rinascere, realizza il sogno divino dell’eternità.
Sicché, ridotto ai suoi caratteri essenziali, il vero bene dell'uomo è quella sola immortalità possibile all’uomo!
Ed Eros, «desiderio del Bene», è, in fondo, «desiderio d’immortalità».
Anzi, l’amore, in quanto desiderio di possedere il bene "per sempre", non può essere altro che desiderio d'immortalità («anagkaîon … tês athanasías tòn érota eînai»).

This page is powered by Blogger. Isn't yours?