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venerdì, ottobre 31, 2003

Buona e cattiva medicina 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

La medicina lo mostra chiaramente: «la natura dei corpi ha questo duplice amore».
In ogni corpo c'è «la parte sana» e «quella malata». Queste due parti «sono diverse e dissimili fra di loro».
Ebbene: «il dissimile desidera e ama cose dissimili» (tò dè anómoion anomoíon epithymeî kaì erâ). Vale a dire che l'oggetto del desiderio della parte sana è dissimile da quello a cui tende parte malata. Dunque: «altro è l'amore in ciò che è sano, e altro è l'amore in ciò che è ammalato»!
E allora ... ha ragione Pausania quando dice che «è bello concedere i favori alle persone buone ed è brutto concederli alle persone intemperanti». Questa regola è espressione particolare di un principio generale. Anche per i corpi «è bello e bisogna concedere i favori alle parti buone e sane di ciascuno di essi», mentre «è brutto concedere i favori alle parti cattive e malate, e ad esse bisogna non compiacere».
Sta tutta qui la differenza tra buona e cattiva medicina.

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