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martedì, dicembre 02, 2003

Una vendetta trasversale. 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Allora … qual è l’atteggiamento di Platone? Qual è la sua intenzione?
Secondo Robin, egli, che ha raccolto l’eredità filosofica di Socrate, non smette mai di difenderne la memoria. E pertanto anche qui Aristofane è «avversario». Nessuna simpatia: anzi!
Intanto lo mette in ridicolo con la ripugnante descrizione della crisi di singhiozzo — un singhiozzo da ubriachezza e da ingordigia — che gl’impedisce di parlare. E peraltro, quella di Aristofane che si solletica le narici per produrre i salvifici starnuti, proprio in mezzo a profondi e seri discorsi sull’amore e sul dio Eros, non è un’immagine certamente esaltante.
E poi, contro il nemico Aristofane, Platone potrebbe aver ordito una sorta di … raffinato discredito. Insomma, del grande scrittore di commedie, il cui scopo era far ridere la gente, Platone mostrerebbe che … è molto più interessante quando parla sul serio! Dunque, quale credibilità poteva essere conferita alle maldicenze su Socrate espresse nella «pièce» delle «Nuvole»?
In ogni caso Platone ha un asso nella manica. La velenosa rappresentazione scenica dello strano, bizzarro, insegnamento di Socrate doveva avere una smentita! Ebbene questa avrà luogo attraverso le parole di Alcibiade, verso la fine del dialogo. Altro che spregevole sofista! — dice Alcibiade —: Socrate è un personaggio straordinario, come uomo e come maestro. Naturalmente Alcibiade non attacca Aristofane. Ma la sua, comunque, è proprio la vendetta trasversale ordita da Platone.


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