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giovedì, febbraio 19, 2004

Eros e ... ragione 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Socrate rimane incantato da questi «discorsi sulle cose d'amore» (perì tôn erotikôn lógoi) della donna di Mantinea. La quale ora tenta di rimuovere il sospetto, pur non dichiarato, che il puntare al bene dipenda dal versante «razionale» della natura umana, ossia che all’immortalità l’uomo miri con la sua ragione calcolante.
Eros – questo è quanto vuole asserire Diotima - agisce per sua forza intrinseca.
Prima riflessione.
Quale uomo, nel completo possesso dei suoi poteri, si sottoporrebbe al dolore? Eppure, egli s'abbandona ad Eros pur sapendo ch'esso talvolta produce persino quel dolore che ogni uomo, nella pienezza della sua razionalità, certamente tenderebbe a evitare.
Altra riflessione.
Se Eros è amore del bene, se questo non è altro che tendenza all'immortalità, e se in questo tendere avesse un qualche ruolo la ragione, allora Eros dovrebbe manifestarsi solo nella specie umana. Ed invece agisce allo stesso modo dappertutto: negli uomini e nelle bestie.

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