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martedì, dicembre 23, 2003

Éros theôn kaì anthrópon kósmos 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Ormai Agatone dà libero sfogo al suo lirismo.
«Eros ci spoglia dell'alterità e ci riempie di affinità».
Egli sta a fondamento di tutte le riunioni in cui la gente si ritrova, s'incontra.
Guida feste, danze e riti sacrificali.
Produce dolcezza e allontana rozzezza.
Fa dono di benevolenza ed è incapace di malevolenza.
E’ tanto benigno e buono che: «è contemplabile dai sapienti, mirabile per gli dèi, invidiabile per quelli che non hanno fortuna, acquistato da chi è felice».
E’ padre di ogni delicatezza, morbidezza, tenerezza. Genera grazie, desiderio e bramosia.
«E’ pieno di cura per i buoni e trascura i malvagi».
Nella fatica, nella paura, nella passione e nella parola è guida, aiuto, sostenitore, salvatore eccelso.
È ornamento di tutti gli dèi e di tutti gli uomini.
È guida bellissima e bravissima, che tutti gli uomini devono seguire, cantandolo in maniera bella, partecipando all'ode che egli canta, incantando il pensiero di tutti gli dèi e di tutti gli uomini».
Lirismo, come si vede. Ma sulle cose che ha detto, bisognerà riflettere.

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