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giovedì, maggio 27, 2004

La parola del medico ... è tutta un'altra cosa. 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Sì, Alcibiade fa sul serio. Vuol darci sotto col vino.
Ma Erissimaco cerca di riportare il simposio alla sua vera natura.
Si beve, sì; ma si parla anche!
Pur nei fumi dell'alcol, Alcibiade capisce. Interpellato direttamente da Erissimaco, si sprofonda in un saluto altisonante che, nel suo intendimento, doveva suonare anche come intenso elogio: «Salve, Erissimaco, figlio eccellente di un padre eccellente e temperantissimo!».
Erissimaco non si lascia blandire, e ripropone con decisione la questione: tí poiômen;
Allora, che facciamo?
Alcibiade è costretto a cedere: "Ma sì, si fa quello che comandi tu". E riferendosi alla professione di Erissimaco, giustifica il suo cedimento tentando ora di blandire tutto l'uditorio con una bella citazione dall'Iliade di Omero. Del resto, dice, occorre seguire le tue indicazioni, perché Un solo medico vale molto più di molte persone.
Con ciò Alcibiade restituisce il ruolo - usurpato - di «arbitro del bere». E la guida torna nelle mani di Erissimaco.

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