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sabato, febbraio 21, 2004

Chi di spada ferisce ... 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Diotima pone la domanda in forma diretta. E allora, «per quanto riguarda gli animali, quale può essere la causa di questo atto d'amore?» (tà dè thería, tìs aitía hoútos erotikôs diatíthesthai;).
No, Socrate non è in grado di dirlo. Ed egli stesso, maestro d’ironia, diventa a sua volta bersaglio dell’ironia di Diotima: «E tu credi allora di poter diventare un esperto nelle cose d'amore (deinòs tà erotiká), se non capisci queste cose?».
Touché! Socrate, il maestro, non può che confessare che … in queste cose ha bisogno di maestri (disaskálon déomai).
E allora, si torni a monte. Qual è la causa di queste e delle altre cose che riguardano l'amore?
Per Diotima, la risposta è semplice: «la natura mortale (he thnetè phýsis) cerca (zeteî) nella misura del possibile (katà tò dynatòn), di essere sempre (aeì te eînai) e di essere immortaie (kaì athánatos). E le è possibile solo (dýnatai dè taúte mónon) … con la generazione (tè genései)».
Dunque, regola uguale per uomini e animali.

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