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sabato, novembre 01, 2003

Armonia dei contrari. 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

La medicina «è la scienza degli impulsi amorosi dei corpi»; è la scienza (epistéme) della loro tendenza «a riempirsi e svuotarsi».
Il vero medico, dunque, è «colui che sa distinguere nei corpi l'amore bello da quello brutto».
Di più, il vero medico è «colui che sa fare acquistare ai corpi un amore in luogo dell'altro»; più precisamente: è «colui che è in grado di produrre l'amore in quelle parti in cui non c'è e dovrebbe invece esserci, o toglierlo in quelle parti in cui c'è e non dovrebbe esserci».
Un bravo medico è un buon artefice.
«Infatti, bisogna saper rendere amiche le parti che nel corpo sono più nemiche, far sì che si amino reciprocamente fra di loro.
E poiché «inimicissime sono le cose fra di loro contrarie: freddo e caldo, amaro e dolce, secco e umido, e tutte le altre cose di questo genere», allora il bravo medico deve saper «creare l'amore e la concordia (érota kaì homónoian) tra questi contrari». Sta tutta qui l'arte (téchne) di Asclepio.

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