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venerdì, gennaio 16, 2004

Una bella storia: Penia e Poros 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Eros demone? Socrate non ci aveva mai pensato.
Eros realtà intermedia? Mai sospettato.
Ma come è possibile esser intermedio tra gli dèi e gli uomini, tra l’immortale e il mortale? Socrate vuol sapere dell’«origine» di Eros. Dunque, chi ne è il padre? E chi la madre?
Diotima, premesso che «è cosa un po' lunga da spiegare», tuttavia dà avvio al suo discorso.
Tutto accadde quando gli dèi si riunirono a banchetto per festeggiare la nascita di Afrodite. Una grande festa! C'era anche Poros (la Risorsa, l'Espediente), figlio di Metis (la Perspicacia). Tutti bevvero molto: nettare, dato che – spiega Diotima – il vino non c'era ancora.
Alla fine del banchetto arrivò Penia (la Povertà), la quale se ne stava accanto alla porta a mendicare. Poros intanto, appesantito dall’ubriachezza, entrato nel giardino di Zeus, si addormentò.
Una situazione, questa, che fece balenare nella mente di Penia un ardito progetto. Poros aveva tutto; a Penia mancava tutto. Penia, dunque, proprio per la mancanza in cui si trovava (dià tèn hautês aporían), intuì che quella era proprio l’occasione opportuna per avere un figlio da Poros.
Sicchè, mentre Poros dormiva, giacque con lui (kataklínetaí te par’autô) e ... concepì Eros (kaì ekyese tòn Érota).
E dunque – conclude Diotima – proprio perché fu generato durante le feste natalizie di Afrodite, Eros divenne seguace e ministro della Dea della bellezza (tês Aphrodítes akóloutos kaì therápon); ed poiché Afrodite appunto è bella, egli stesso per natura è amante di bellezza (physei erastès perì tò kalón).

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