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venerdì, luglio 16, 2004

A Potidea. 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

A testimonianza della forza fisica e morale di Socrate, Alcibiade ricorda alcuni episodi della loro vita in comune nella campagna militare di Potidea.
Che dire? Nelle fatiche - ricorda Alcibiade - era superiore a tutti. E poi, quando, restando isolati da qualche parte, si rimaneva senza cibo, nessuno gli era pari nel resistere alla fame. No, non che disprezzasse il piacere del gusto! Tutt'altro. Quando le provviste alimentari erano abbondanti, era il solo che sapeva davvero godersele. Ed anche nel bere batteva tutti: sia quando ne aveva voglia sia quando non ne aveva. Eppure: nessun uomo ha mai visto Socrate ubriaco (Sokráte methýonta oudeìs pópote heóraken anthrópon).
E ancora: la sua capacità di resistere al caldo e al freddo era stupefacente. Là, a Potidea, i freddi dell'inverno sono terribili. Una volta, ci fu gelata veramente straordinaria. Tutti noi cercavamo di stare al coperto. Nessuno s'arrischiava ad uscire, e, se bisognava farlo per necessità, ci si copriva con un'incredibile quantità di indumenti, e ci si proteggeva i piedi con panni di feltro e pelli di agnello. E lui ... Se ne uscì fuori a piedi scalzi e coperto col suo solito mantello! E si muoveva sul ghiaccio meglio di tutti altri, che avevano ai piedi i calzari. Roba da far davvero irritare i soldati, che, da questo comportamento di Socrate, non potevano sentirsi se non mortificati, umiliati.


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