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domenica, luglio 25, 2004

In cauda venena. 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Alcibiade quindi conclude il suo discorso, come si accennava, con una vera e propria vendetta.
Che si articola con una denuncia e un avvertimento.
La denuncia.
Quel che ha fatto con me - egli dice invelenito - lo ha fatto anche con Carmide, con Eutidemo e con moltissimi altri! Ci ha ingannati!
Stesso comportamento. S'è presentato come amante, e poi, operando un capovolgimento, ha tentato di diventare l'amato. Ha iniziato simulando l'atteggiamento di ricerca, di desiderio dell'altro; e poi ha configurato le cose in modo che dovesse essere lui il ricercato, il desiderato.
No. Non voleva donare se stesso al discepolo, ma, al contrario, voleva che il discepolo si donasse a lui.
Una denuncia grave, dunque. Quasi diffamatoria.


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