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mercoledì, giugno 02, 2004

Meglio le immagini! 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Alcibiade dà inizio dunque al suo "elogio". Ricorrerà - com'egli stesso dice - ad immagini (di'eikónon). E' il modo migliore per arrivare facilmente alla verità.
Ecco, Socrate è molto simile ad uno di quei Sileni esposti nelle botteghe degli scultori. Statuette artigianali internamente cave, che, aperte in due, rivelano il loro contenuto segreto: immagini di dèi (agálmata theôn).
Inoltre - aggiunge Alcibiade - egli assomiglia proprio al satiro Marsia!
No, Socrate non può negare queste somiglianze. Che non sono solo somiglianze nella figura (tò eîdos), ma anche in altre cose (kaì tâlla). Che lo ammetta senza fare l'arrogante (hybristés)!
Per i paragoni istituiti da Alcibiade, val la pena ricordare due cose.
Sileno era un personaggio del mito rappresentato con un addome prominemte, gli occhi esorbitanti e il naso schiacciato. Si tratta di un'immagine non troppo dissimile da quella che lo stesso Platone offre di Socrate in altro suo dialogo: Teeteto, 143E.
Quanto a Marsia, era un satiro tanto consapevolmente bravo, a suonare in flauto, da osare sfidare Apollo, suonatore di cetra; gli andò male: sconfitto dal dio, per punizione fu scorticato vivo.

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