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giovedì, aprile 01, 2004

Un corpo bello, tutti i corpi belli! 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Diotima è molto decisa: se si presta la corretta attenzione «a ciò che è bello per la forma» (tò ep'eídei kalón), non è possibile che sfugga che la bellezza è sempre la stessa in tutti i corpi belli. E dunque «sarebbe una grande insensatezza (pollé ánoia) credere che non sia una (ouch hén) e identica (kaì tautòn) la bellezza che traluce in tutti i corpi».
Arrivati a questa consapevolezza, allora, lo stesso amore – per dir così – deve riconfigurarsi. Ha avuto avvio come amore per un unico corpo bello; ma, a questo punto, compresa l’unicità delle bellezza di tutti i corpi, quell’amore non può restar vincolato ad un unico bel corpo. In altri termini, l’iniziando – sono le espressioni della stessa donna di Mantinea – deve «moderare l'eccessivo ardore per un solo corpo», considerando come «una piccola cosa», anzi una cosa «di poco conto», la bellezza del corpo amato. E «deve farsi amatore di tutti i corpi belli» (pánton tôn kalôn somáton erastén)!

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