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sabato, marzo 20, 2004

Dal corpo all’anima 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Naturalmente la sacerdotessa Diotima spiega che per la generazione spirituale il processo è un po’ più complesso.
La prima attrazione che avverte, chi è gravido nello spirito, è quella per i corpi belli. La ricerca della bellezza s'indirizza, dunque, in prima istanza a quella sensibile. E' dai corpi belli (tà sómata kalá) che si parte, per trovare l'anima bella. E' una sorta di processo iniziatico.
Quando poi incontra «un'anima bella, nobile e di buona natura»(àn entýche psychê kalê kaì gennaía kaì euphyeî), allora «si attacca a questa bellezza». La bellezza dell’anima gli fa sgorgare «spontanei discorsi intorno alla virtù» (euthýs euporeî lógon perì aretês), lo stimola a dire «come debba essere l'uomo buono» (perì hoîon chrè eînai tòn ándra tòn agathón) e «di quali cose debba prendersi cura» (hà epitedeúein). E così, quell’attenzione per il bel corpo si trasforma fino a diventare cura dell’anima, formazione, educazione (epicheireî paideúein). La ricerca del bello è diventata filosofia. «Infatti, è accostandosi al bello, credo e con lui conversando che partorisce e genera quelle cose di cui era gravido da tanto tempo, tenendolo sempre presente nella sua mente, sia da vicino sia da lontano, e insieme a lui alleva ciò che è nato».

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