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venerdì, gennaio 23, 2004

Né Pausania, né Aristofane. 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Il racconto di Diotima è tutto una grande metafora.
Avrà allora un suo significato il fatto che il concepimento ha luogo nel giardino di Zeus?
Sì, quel giardino - il luogo in cui avviene l’unione di ricchezza e mancanza - è l’individuo umano. E' nell’uomo che Poros e Penia fanno nascere l'amore. E l’amore vi si compie solo quando il bisogno e l’ingegno concorrono in modo solidale e paritario.
E avrà anche un suo significato il fatto che Eros sia stato concepito il giorno della nascita di Afrodite?
Sì, così pare: starebbe a significare che il risveglio dell’Amore è dovuto alla rivelazione della bellezza.
La natura dell’amore è fatta di elementi opposti. Che cosa intende dire Diotima?
La sacerdotessa vorrebbe sottolineare che, nell’amore, l’equilibrio tra forze contrastanti, e strutturalmente fragile. La loro unione è precaria.
E dunque ... contrariamente a quanto è stato sostenuto da Pausania, non è vero che ci sono due amori di cui uno è stabile e l’altro è fragile. Ma ce n’è uno solo ed è essenzialmente «instabile».
E non è vero neppure quel che sosteneva Aristofane: che l’unità dell'uomo esisteva all’origine, e che ora l’uomo, con l'amore, cerca di ristabilirla. Mai c’è stata unità, nell’uomo; ed Eros certamente non può realizzarla, non solo perché non può rimuovere le opposizioni, ma perché si alimenta di esse.

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