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sabato, gennaio 24, 2004

E neppure Agatone. 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Per Socrate, però, non è attendibile neppure quel che dice Agatone.
Eros non è né bello, né delicato. Esso ha una natura duplice. Dunque, come figlio di Penia c’è in lui anche qualcosa di brutto, di rozzo, di sgradevole.
Tuttavia, è vero: l’aspetto che lo rende affascinante è il suo continuo desiderio del bello e la sua permanente ricerca del bene. Sicché nella ricerca di questi valori, l’uomo che ama è ardito e infaticabile, inventivo e industrioso.
Chi vive in una dimensione d’amore, diventa un’incantatore, capace di compiere quelle magie proprie di chi non è immortale, ma non è neppure totalmente mortale.
Nell’amore si è pieni e vuoti, si muore e si rinasce, si riceve e si dona, si guadagna e si perde, si diventa ricchi e si dilapida tutto, ci si ferma e si riparte.
In definitiva, a ben vedere, l’amante è permanentemente pungolato dal desiderio di sapere. L’amore, alla sua radice, è bisogno di conoscenza. Ciò che mette in moto l’uomo è il desiderio di sapere. Eros è, in fondo, amore del sapere.

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