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domenica, dicembre 07, 2003

Una gelida reticenza. 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Qual è il giudizio dei convitati sul discorso di Aristofane?
Prende subito la parola Erissimaco per esprimere il suo compiacimento: un discorso d’alto livello – dice - al punto che … potrebbe chiudere la discussione; questo è il timore che avrebbe se non sapesse che Agatone e Socrate, a cui tocca poi di parlare, «sono assai esperti nelle cose d'amore»!
Poi prende la parola Socrate e molto platealmente glissa sul discorso di Aristofane.
Egli, a suo dire, ha molto apprezzato proprio l’elogio di Erissimaco, e, ora, teme solo la concorrenza di quello di Agatone, che lo precede nel rito oratorio.
Scherzando Agatone replica che Socrate, con quelle parole di apprezzamento “anticipato”, sta mirando proprio a metterlo in difficoltà.
Ma Socrate, di rimando, asserisce che le sue parole non possono certo imbarazzare un artista consapevole come Agatone, di cui ricorda il coraggio e la forza d'animo mostrata quando, prima che andasse in scena il suo recente spettacolo, è salito con gli attori sul palcoscenico, e ha puntato fissi gli occhi su un pubblico ben numeroso. Il pubblico del banchetto non può far paura: «siamo cosi pochi!».
Il discorso tra Socrate e Agatone ha un seguito, di cui ci occuperemo al prossimo intervento. Quel che preme sottolineare qui è che solo Erissimaco ha espresso apprezzamento per l’elogio di Aristofane. Come si accennava, Platone, pur mostrando stima per il commediografo, lo tratta da nemico. Perché dare ancora spazio a chi ha infangato la personalità intellettuale e morale del suo mestro Socrate?

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