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giovedì, dicembre 04, 2003

Severo ma equanime. 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Certo, Platone mette in bocca ad Aristofane uno dei discorsi più interessanti, più coinvolgenti. Perché?
Platone sembra voler sottrarsi all’impulso di una vendetta cieca. Di una vendetta che disconosca i meriti di Aristofane.
Lo suggerisce sempre Léon Robin; Platone vuole essere severo ma equanime. Ai suoi occhi c’era dell’affinità tra Socrate e Aristofane che non andava sottaciuta: erano entrambi geniali.
E poi Platone doveva esser convinto che dietro le celie e i sarcasmi di Aristofane doveva esserci un pensiero solido, consistente, e forse una moralità discutibile ma vissuta.
Insomma se da una parte egli combatte quel che di Aristofane disprezza, dall’altra mostra il sincero apprezzameto per la sua intelligenza rendendolo artefice di un discorso serio, un discorso di una “tragica” profondità, su Eros.

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