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lunedì, dicembre 22, 2003

Amore di bruttezza? Non esiste! 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Agatone introduce un altro pensiero molto rilevante.
Eros non può essere che amore per le cose belle. E chi ama le cose belle non può fare se non cose buone. Bellezza e bene sono dunque strettamente connessi, interdipendenti. Tuttavia non c'è piena reciprocità, nel senso che è la bellezza la conditio essendi del bene, e non viceversa. Le cose buone (tà agathà) sono possibili solo quando si amano le cose belle (tà kalà). E quando dominano le cose belle e buone, non ci può essere che armonia. Ognuno, in libertà, ossia svincolato da ogni forma di necessità, vive in pace con gli altri. In definitiva son le cose belle che pertanto ... portano «eirénen en anthrópois».
Seguiamo il discorso di Agatone.
«Eros per natura dona agli uomini le cose più belle e più buone». E non solo agli uomini. Anche agli dèi. Prima - come è stato ampiamente narrato - tra gli dèi avvenivano molte cose terribili . Tra loro dominava la Necessità (Anágke). Poi, con la nascita di Eros, si diffuse l'amore delle cose belle. Gli dèi ne vennero contagiati. E da allora Eros assicura loro ogni bene. E così, quando c’è Eros anche le discordie degli dèi si ricompongono.
Analogamente tra gli uomini. Solo Eros assicura loro ogni bene.
E per forza! Eros, evidentemente, è «amore di bellezza». E dunque può produrre solo cose belle e buone. «Perché amore di bruttezza non esiste».
«Così mi sembra, o Fedro, che Eros, essendo egli per primo bello e buono in sommo grado sia causa anche per gli altri di altre cose che hanno tali caratteristiche».
Il poeta Agatone non si trattiene da esprimere quest’idea in versi:

Eros produce
fra gli uomini pace,
sul mare quiete
cessare del vento,
riposo e sonno
quando si è nell’angoscia.


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