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mercoledì, novembre 26, 2003

Dell'amore tra uomini. 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Aristofane fa un vero e proprio elogio di questo tipo d'amore.
Non è mai un amore superficiale. Piuttosto, un amore che lega in profondità l'amante e l'amato.
Si considerino con mente libera questo tipo di fanciulli e giovanetti.
Per Aristofane sono «i migliori, perché per natura sono più virili».
Certo, certo, alcuni sostengono che essi sono degli impudenti. Ma mentono per pregiudizio. Non si tratta d'impudenza. Essi cercano la compagnia maschile per naturale «inclinazione verso ciò che è simile a loro». E, considerando i contesti sociali in cui vivono, sarebbe da dire che non di sfacciataggine si tratta, ma di arditezza, di fortezza, di virilità.
Un'esperienza che forma il carattere, la loro. Una vera prova del fuoco. Fin da ragazzi imparano ad affrontare ogni tipo di difficoltà. E da adulti sono pronti a fronteggiare ogni situazione E non a caso, quindi, «questi uomini, quando siano giunti a maturità, entrano nella vita politica».
Da adulti - è naturale - «si innamorano dei ragazzi». A questo tipo di amanti «basterebbe vivere insieme gli uni con gli altri, senza contrarre nozze»: infatti per loro tendenza naturale non si preoccuperebbero certo delle nozze e della procreazione dei figli! E tuttavia si sposano ugualmente e hanno figli; non potrebbero fare altrimenti: sono costretti dalla legge.
Aristofane sottolinea che il loro rapporto è profondo. E' un amore-amicizia. Quando ci si cerca perché «congeneri», allora, una volta trovata «la metà che è propria», gli amanti «sono presi da amicizia, da familiarità e da amore»; un desiderio così forte che «non vogliono, per così dire, separarsi l'uno dall'altro, neppure per brevissimo tempo».

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