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sabato, novembre 22, 2003

Ciò che Zeus non aveva previsto. 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Certo, Zeus raggiunse il suo scopo: li aveva resi più deboli.
Ma queste «metà» soffrivano. Per la mancanza della metà perduta.
Anelavano a ritrovare l'unità. E tuttavia era difficile raggiungere l'altra «propria» metà. Impossibile ricostituire la primitiva interezza.
Sicché ogni singola metà cominciò a cercare una qualunque altra metà, per stringersi forte ad essa, spinta dal desiderio di un'impossibile fusione. E tutto il tempo passava in questa ricerca e in questo desiderio. Nient'altro aveva senso, nient'altro aveva valore.
Sicché «morivano di fame e d'inattività perché ciascuna delle parti non voleva fare nulla separata dall'altra».
«E quando una metà moriva e l'altra rimaneva in vita, quella rimasta cercava un'altra metà e si intrecciava con questa».
Ma ... dall'incontro di due metà femmine non me veniva fuori di certo ... una «donna»; e dall'incontro di due metà maschio non ne usciva un vero «uomo». L'incontro, insomma, non realizzava la sognata unità. Il desiderio dell'«unione» non veniva mai veramente appagato.
E, dice Aristofane, «in questo modo morivano».

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