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venerdì, ottobre 10, 2003

E' il modo che conta! 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Si fa presto a dire Amore. E si fa presto a sprecar le lodi. Bisogna lodare solo quello a cui la lode conviene. E dunque se due sono gli Eros, bisogna capire bene le caratteristiche proprie sia dell'uno che dell'altro. Altrimenti si rischia di lodare l'amore volgare al pari di quello celeste, col risultato di fare confusione e di commettere ingiustizia.
Pausania fa un'interessante considerazione. Eros sempre Eros è! E tuttavia può essere volgare o celeste. Che cosa segna la differenza?
L'amore, nell'uomo, è azione. E - attenzione! - «anche ogni azione è così: in quanto azione, in sé e per sé considerata, non è né bella né brutta».
Qui Pausania istituisce subito la relazione tra amore celeste e volgare, da una parte, e l'azione bella o brutta, dall'altra. Un modo, questo, di riproporre, reinterpretandolo, il «kalòs kaì agathós». Il bene non è altro che il bello; e il cattivo non è altro che il brutto.
Dunque, qualunque azione in sé non è né buona né cattiva: diventa l'una o l'altra se si fa rispettivamente in modo bello e brutto. Il modo ... determina il valore dell'azione. E così anche per Eros. E' celeste quando si ama in modo bello; è volgare quando si ama in modo brutto.
Pausania segnala: «Prendiamo, per esempio, quello che noi ora stiamo facendo: bere, cantare, conversare. Nessuna di queste azioni di per se stessa è bella, ma tale risulta nel suo compiersi, secondo il modo in cui viene compiuta. Se l'azione è compiuta in modo bello e retto è bella, se, invece, non viene compiuta in modo retto, è brutta. Lo stesso vale anche per l'amore: e dunque non ogni Eros è bello né degno di essere elogiato, ma solo quello che ci spinge ad amare in modo bello.

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