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martedì, ottobre 07, 2003

Dunque, Achille era l’amato e Patroclo l’amante.
Fedro fa questa precisazione per porre in luce che il sacrificio dell’amato per l’amante è molto più prezioso di quello dell’amante per l’amato. Gli dèi, che onorano in sommo grado questa virtù d'amore, considerano infatti l'amante cosa «più divina» dell'amato.
L’amante, nei suoi pensieri, nei suoi affetti e nei suoi comportamenti, è «ispirato» da Eros. Non così l’amato. Sicché, gli amati, a differenza degli amanti, non sono mossi al sacrificio dall’ispirazione del dio.
La prova di questa maggiore stima per il sacrificio degli amati è data dal diverso trattamento che gli dèi riservarono ad Alcesti e Achille. Pur essendo entrambi morti per amore, solo ad Achille, «amato», e non ad Alcesti, «amante», concessero di andare nelle Isole dei Beati!
Conclusione: Eros è degno del massimo onore perché favorisce nell’uomo non solo l’acquisto della virtù, ma anche il conseguimento della felicità, sia vivi che da morti.
E con questo termina l'«elogio» espresso da Fedro.

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