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lunedì, agosto 30, 2004

Due poeti e un filosofo 

A cura di Giuseppe Tortora.
E mail: tortora@unina.it

Il racconto del «Simposio» finisce qui. Ma certo il finale fa pensare. Che cosa avrà voluto dire Platone immaginandolo in questi termini?
L'irruzione dei giovani festanti riconduce tutti alla concreta realtà. Una realtà in cui non c'è posto per il pensiero. In cui pare non aver senso l'ordine. Il chiasso spegne ogni riflessione e ogni discorso sensato.
Proprio tutte le riflessioni? Tutti i discorsi?
Al chiasso resistono solo Aristofane, Agatone, e Socrate. Due poeti e un filosofo. Come dire: solo la poesia e la filosofia restano deste a riflettere sulle cose che avvengono; solo esse son capaci di mantenere un senso, una regola, un ordine. Solo la rappresentazione scenica e la meditazione filosofica resistono alla dominante confusione per poter dare un giudizio su uomini ed eventi, per indicare una misura.
E poi anche Aristofane e Agatone cedono al sonno. E dunque: quando anche l'arte tragica e l'arte comica sono arrivate al loro interno limite, quando ormai hanno esaurito tutte le loro possibilità, resta solo la filosofia, che, raccogliendo il tragico e il comico della vita, può additare un obiettivo, una norma.


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